Il Premio per la Nuova Drammaturgia italiana promosso dalla Fondazione P.L.A.TEA. ha registrato 504 partecipanti ed è stato assegnato a
Emone. La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato
di Antonio Piccolo
con la seguente motivazione:
“Antonio Piccolo ha scritto un’originalissima riproposta del mito di Antigone, rappresentato dal punto di vista di Emone, figlio di Creonte, cugino e promesso sposo dell’eroina sofoclea. Il testo attraversa tutti i generi teatrali, dalla commedia alla farsa, alla tragedia, sul ritmo di un fantasioso e affascinante dialetto napoletano che mescola alto e basso, registri letterari e popolari, lirismo e comicità. Il mito rivive così nella sua sostanza più autentica, specchio antico e rinnovato per parlare allo spettatore di oggi d’amore, di politica, di rapporti tra padri e figli. Un testo che sfida i parametri consueti del teatro contemporaneo riuscendo a sorprendere, divertire e commuovere”.
La valutazione delle opere in concorso si è sviluppata in due fasi: la preselezione (svoltasi tra luglio e novembre) – realizzata da diciotto lettori nominati dai Teatri soci della Fondazione (fase nella quale ogni testo è stato letto da sei persone) – e la sessione finale, cui hanno avuto accesso 21 titoli, esaminati da una giuria composta da Roberto Alajmo (scrittore e giornalista, direttore del Teatro Biondo di Palermo), Mauro Bersani (editor della Einaudi, direttore della collana Collezione di teatro), Antonio Calbi (direttore del Teatro di Roma), Patrizia Coletta (direttore della Fondazione Toscana Spettacolo, rappresentante A.R.T.I.), Massimo Ongaro (direttore del Teatro Stabile del Veneto), Amedeo Romeo (regista e scrittore, direttore del Teatro della Tosse di Genova), Andrée Ruth Shammah (regista, direttore del Teatro Franco Parenti). Il processo di ammissione dei testi e di preselezione è stato svolto con la supervisione di un Comitato Operativo composto da Franco D’Ippolito (direttore del Teatro Metastasio di Prato), Massimo Ongaro (direttore del Teatro Stabile del Veneto) e Walter Zambaldi (direttore del Teatro Stabile di Bolzano).
Ecco quanto scrive inoltre la giuria: «Siamo lieti di assegnare il premio a un’opera prima e di aver individuato in Antonio Piccolo, giovane attore della scena napoletana, una scrittura nutrita dell’esperienza di palcoscenico».
Filippo Fonsatti, presidente della Fondazione, dichiara: «In linea con quanto previsto dal suo Statuto, la Fondazione P.L.A.TEA. ha promosso questo concorso con l’obiettivo di valorizzare la drammaturgia contemporanea italiana offrendo uno sbocco produttivo concreto, un’importante circuitazione e un significativo approdo editoriale al testo vincitore. Ringrazio la Casa Editrice Einaudi per la prestigiosa partnership, la Compagnia di San Paolo per il prezioso sostegno economico, l’associazione A.R.T.I. (ex A.N.A.R.T.) per la convinta condivisione progettuale. Ringrazio anche i Teatri soci della Fondazione e i loro incaricati alla lettura e preselezione dei testi, che hanno svolto un lavoro di grande impegno e attenzione. Ed esprimo a nome di tutti le congratulazioni più vive e sincere ad Antonio Piccolo».
Al testo vincitore va una prestigiosa coproduzione tra Teatri Nazionali e Teatri di Rilevante Interesse Culturale, oltre alla pubblicazione per i tipi di Einaudi. Il Premio PLATEA è realizzato dalla Fondazione P.L.A.TEA. in collaborazione con Giulio Einaudi Editore e con A.R.T.I. (ex A.N.A.R.T.) – che garantirà la circuitazione della produzione – e riceve il sostegno della Compagnia di San Paolo.
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Il ritratto dell’autore:
Nato a Napoli nel 1987, Antonio Piccolo è attore, regista e drammaturgo. Ha studiato recitazione con Carlo Cerciello, mimo corporeo con Michele Monetta, drammaturgia con Massimo Maraviglia. Ha lavorato, tra gli altri, con Francesco Saponaro, Enzo Moscato, Teatro di Legno, Marina Confalone, Aniello Mallardo. Nel 2010 ha fondato con altri giovani colleghi il collettivo Teatro In Fabula, per cui – oltre all’attività di attore – ha curato la regia (a quattro mani con Giuseppe Cerrone) di alcuni spettacoli, tra cui 2 fratelli di Fausto Paravidino, Le 95 tesi. Una storia di Lutero (vincitore del progetto “Napoli Città Giovane: i giovani costruiscono il futuro della Città” promosso dal Comune di Napoli) e Il grigio di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Dopo Emone, ha scritto anche All’apparir del vero. Dialogo di Giacomo Leopardi e della Morte.