Studio su Queneau
L’applicazione di una regola porta ad uno stile di linguaggio; lo stile di linguaggio ad una modalità di espressione; la modalità di espressione all’immaginazione di un tipo plausibile. Dall’immaginazione del tipo stesso alla sua traduzione fisica – mentale e corporea – il passo è breve.
Da qui scatta l’idea: perché non tuffarsi fra i vortici di queste parole, scoprendo come naturalmente ci porteranno a delineare diversi tipi? Perché non gioire ancora una volta della scoperta che un discorso – nonostante lo smascheramento delle convenzioni – non è solo forma, estetica, superficie, apparenza, ma anzi può denotare idee, modi di pensare, sentimenti…e addirittura atteggiamenti corporei, come una continua esitazione, i tic di un folle, la balbuzie etc.?
Queneau si diverte a vivisezionare il linguaggio e le sue capacità comunicative, ci mette all’interno di un gioco invitandoci a scoprirne le regole.
Come lui sonda le diverse forme del linguaggio, noi solcheremo i molteplici generi teatrali: commedia, tragedia, mimo, cabaret, grammelot, dramma, radiodramma, video-performance, denuncia, naturalismo, estraniamento, circo, canto, fino a raggiungere il grado zero della rappresentazione: il nulla. Un gioco assurdo, insomma, un’analisi chirurgica della comunicazione attraverso la forma artistico-comunicativa per eccellenza: il teatro.